“Il mio film preferito è Sono fotogenico, con Pozzetto. Una vera lezione di fotografia”

JACOPO BENASSI

Una delle declinazioni che può assumere una fanzine è quella di farsi testimone di piccole manie.

Azzarderei l’idea che si possa definire un vero e proprio filone di produzioni il cui focus è quello di mettere in stampa le ossessioni, o le gioiose fissazioni dell’autore.

Per questo tipo di edizioni ho una vera attrazione perché incarnano alla perfezione lo spirito di fare una fanzine: spontaneità, libertà espressiva e una buona dose di creatività anarcoide.

Dalla mia collezione di fanzine ho estratto tre piccole gemme, cataloghi un po’ sghembi, che altro non fanno se non assolvere a questa funzione di dichiarare una benevola ossessione.

Iniziamo.

JACOPO BENASSI | TALKINASS / 03 | Antibtomic publishing

Non smetterò mai di incensare ogni cosa esca fuori da quel vulcano di creatività che è Jacopo Benassi. Artista spezzino che ha percorso tutte le tappe della formazione culturale dal basso e antagonista per arrivare ai meritatissimi riconoscimenti internazionali delle sue opere.

Editore – tra i primissimi – di fanzine fotografiche con la sua Talkinass Publishing, agitatore culturale con l’esperienza del Btomic Club, promotore musicale ma anche falegname e meccanico; chi conosce un po’ la biografia di Benassi sa anche della sua “fissa” per le pantofole!

Per la precisione pantofole di pelle vintage e ciabatte Adidas Adilette.

Della sua collezione racconta che, ad un certo punto, trovò un feticista dei piedi al quale vendette in blocco tutti i pezzi per pagarsi l’affitto di un appartamento a Milano.

Ma, prima di darle via, le fotografò tutte e ci fece una fanzine.

GIORGINA ROSSETTI | HO UNA BICI | Aalphabet

Se è vero che negli ultimi anni la fanzine si sta ritagliando un suo spazio nel mondo dell’editoria fotografica, a Nicola Albertin va attribuito senza dubbio il merito di aver anticipato la tendenza.

Già nel 2007, insieme al suo amico Paolo Bazzana, e in pieno trend webzine, aveva dato vita ad un piccola casa editrice indipendente che stampava free-press e fanzine fotografiche.

Aalphabet è stata una piccola gloria dell’editoria DIY che, con pieno spirito alternativo, ha deciso di interrompere la sua attività meno di un anno fa, quando il fenomeno delle fanzine fotografiche ha iniziato a ritagliarsi la sua nicchia di interesse.

Ho una bici è una storia semplice: Nicola trova le foto che la madre ha fatto ai suoi primi giri di pedale, lui è un appassionato di due ruote e fa fanzine. Punto.

Ce n’è a sufficienza per stampare una piacevolissima edizione che mette buon umore e nella quale molti potranno specchiarsi.

CUNEGATTI & VENERANDI | Impossible seats | self publish

Elisabetta e Alessandro, quando operano le loro incursioni urbane in duetto, si trasformano nella premiata ditta Cunegatti & Venerardi.

Così li ho conosciuti al Funzilla Fest, di cui sono abituali ospiti e protagonisti.

Nella loro pratica da ziners incalliti si intrecciano candid photography e scrittura creativa.

Ad Elisabetta sembra appartenere l’emisfero destro di questo cervello condiviso: è fotografa infaticabile, poeta urbana amante delle metropoli e delle lingue straniere. Mentre ad Alessandro – azzardo – sembra riservata la sfera più razionale, è fotografo urbanista e viaggiatore instancabile che “tiene sempre gli occhi e gli obiettivi ben aperti”.

Ora, non so bene cosa si celi dietro questa apparente attrazione per le sedie, fatto sta che tra le loro molteplici produzioni la mia curiosità è stata attratta da questo “Impossible seats”, tradendo forse, in questo modo, anche una mia predisposizione alla sedentarietà.

E quindi, eccola qua, la ditta Cunegatti & Veneradi in giro per il mondo a fotografare sedie!



11 aprile 2020
paolo cardinali | fugazine